Al momento della dichiarazione di guerra italiana all’Impero austro-ungarico la basilica di pellegrinaggio sul monte Sveta Gora (Monte Santo) si trovava nelle immediate vicinanze della linea del fronte, che scorreva presso il vicino Sabotin/Sabotino. Durante i combattimenti sul fronte dell’Isonzo la basilica venne completamente distrutta. Già il 25 maggio 1915 i francescani dal monte Sveta Gora si spostarono con la raffigurazione della Madre di Dio, la Regina del monte Sveta Gora, trasportandola attraverso Grgar (Gargaro) e Most na Soči (Santa Lucia d’Isonzo) a Ljubljana (Lubiana). Solo padre Frančišek Ambrož rimase ancora un breve periodo, poi dovette trasferirsi a Gorizia/Gorica, da cui ancora, con frequenza, si recava al monte Sveta Gora ed a Grgar. Il 13 aprile 1916, a Gorizia, dovette soccombere ad una ferita mortale, per suo desiderio venne sepolto sul monte Sveta Gora.
Sulla dorsale del monte tra il 1915 ed il 1917 l’esercito austro-ungarico scavò numerose caverne nelle quali, oltre agli equipaggi della fanteria, trovarono sicuro rifugio anche alcune batterie d’artiglieria. Sul versante settentrionale delle retrovie furono costruiti agglomerati di baracche e numerose piccole caverne dove vennero installati vari comandi e stazioni sanitarie. Nella primavera del 1917 vi venne trasportata anche una teleferica con la quale si agevolò il rifornimento ai campi di battaglia. Per questo motivo attraverso la dorsale del monte venne scavata una più lunga galleria sotterranea e con essa collegate le prime trincee delle retrovie. Quando le truppe italiane nei primi giorni della Decima Battaglia dell’Isonzo conquistarono Zagora e la cresta del Kuk, i combattimenti si spostarono sulla tratta Vodice–monte Sveta Gora che sino ad allora rappresentava la linea di rincalzo austro-ungarica. Dopo un iniziale successo le truppe italiane vennero fermate, nonostante questo riuscirono a conquistare, nel maggio 1917, la cima delle Vodice ed a relegare i soldati austro-ungarici sul versante pianeggiante orientale. Seguirono duri combattimenti che cessarono solo al mese di agosto con l’Undicesima Battaglia dell’Isonzo. Di fronte alla sempre più pressante azione dell’esercito italiano, nella notte del 24 agosto i soldati austro-ungarici dovettero ritirarsi anche dal monte Sveta Gora, prendendo nuove posizioni di difesa sull’altopiano di Banjšice (Bainsizza).
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