13 aprile 2025
L’èStoriaBus attraverso i luoghi della Resistenza prevede una visita mattutina alla Caserma Piave di Palmanova, uno dei cinque Centri di Repressione antipartigiana del Friuli, dal settembre 1944 gestita da un plotone di SS italiane e tedesche guidate dal tenente polese Odorico Borsatti e, successivamente, da una compagnia della milizia di Difesa Territoriale con alla testa il capitano napoletano Ernesto Ruggiero. L’attività svolta nella caserma costituì un serio elemento di ostacolo all’attività partigiana nel Friuli centrale, per i metodi di interrogatorio, sevizia e tortura che vi vennero sin da subito praticati.
Per la caserma Piave transitarono 543 prigionieri, di cui 113 morti “per tentata fuga”, secondo la verbalizzazione. Parte di coloro che ne uscirono vivi venne peraltro indirizzata verso i campi di concentramento dell’Europa centrale, dunque pochi fecero ritorno a casa. Quando il 27 e 28 aprile 1945 i GAP liberarono Palmanova, la caserma Piave era deserta, tutta la documentazione bruciata, solo sporcizia e tanfo d’intorno.
La seconda parte della giornata sarà invece dedicata alla città di Lubiana, per la quale, dopo l’occupazione italo-tedesca della Slovenia iniziata nell’aprile 1941 e dopo l’annessione della Provincia di Lubiana al Regno d’Italia, sarebbe stato previsto uno statuto speciale e condizioni migliori rispetto ai territori controllati dal Terzo Reich. Ma tra 1941 e 1942, a causa dell’attivismo del Fronte di liberazione sloveno (OF), il movimento partigiano, le autorità italiane decisero di imporre un pugno duro.
Alla fine di febbraio del 1942 la capitale slovena venne così interamente circondata di filo spinato per una lunghezza di quasi 30 km, lungo i quali furono costruite oltre duecento caserme, torri di guardia e bunker. Di fatto la città fu trasformata in un enorme campo di internamento dal quale era impossibile uscire. Dopo il settembre 1943 Lubiana passò quindi sotto il controllo tedesco, fino alla sua liberazione, il 9 maggio 1945.
Il perimetro di quel filo spinato è diventato, dopo la guerra, il Sentiero delle rimembranze e della solidarietà, un percorso ricreativo e naturalismo che reca targhe, statue e monumenti che ricordano i momenti bui e le vittime del conflitto. Gli abitanti di Lubiana e molti turisti lo frequentano e vi praticano molti sport: quando le condizioni lo permettono vi si pratica lo sci da fondo.
NB: è necessario essere in possesso di un documento per l’espatrio in corso di validità.
Il progetto BeWoP è co-finanziato dall’Unione europea nell’ambito del Programma Interreg VI-A Italia-Slovenia. Tra i partner di progetto, il capofila Fundacija Poti miru v Posocju, GECT GO, ZRC SAZU, PromoTurismoFVG, il Comune di Miren Kostanjevica e l’Associazione Culturale èStoria. BeWoP website: https://www.ita-slo.eu/it/bewop