Autore della mostra: Roberto Todero
Pola, Trieste, Galizia, Russia, Odessa. Cinque luoghi che racchiudono in uno spazio immenso, ma per un periodo relativamente breve, le storie e i destini di decine di migliaia di nostri concittadini a partire da 140 anni orsono.
1883, Pola: è in quella città che venne costituito il 97° reggimento imperiale e regio. Sin dalla costituzione però la sede del distretto complementare era a Trieste dove, nel 1898, giunsero anche i quattro battaglioni che formavano l’unità e dove rimasero, con una sola brevissima parentesi a Belovar tra il 1913 e il 1914.
Il 97° era il Triester Hausregiment, il reggimento di casa, quello nel quale i padri prima e i figli poi avrebbero prestato il loro servizio.
Galizia: uno dei luoghi del mito, una regione storica che, con questo nome, non esiste più, quasi un non luogo. Un non luogo dove tornare, come facemmo nel 2014 nel corso di un viaggio alla ricerca dei cimiteri e dei luoghi del reggimento. Un partecipante scrisse “e pensavo che prima o poi lo avrei incrociato negli stessi posti dove lui camminava, mi sarei incrociato con lui… questo è un mio grande desiderio, per questo sono venuto qui e quindi penso di essere stato vicino a lui e mi ha molto emozionato la cosa… vedere specialmente il famoso numero 97 su qualche tomba di cui io mi sono tirato giù tutti i nomi, mi farò una lista e li conserverò tutti insieme al nome di mio nonno”. L’esperienza galiziana comprende luoghi noti purtroppo anche oggi per episodi di guerra e profuganza: Lemberg – Lwów – Leopoli, Rawa Ruska, Grodek, il passo Dukla sui Carpazi, Przemysl che all’inizio di questa assurda guerra in atto ha visto i profughi accalcarsi nuovamente nella sua storica stazione come 109 anni orsono.
La Russia dello Zar sterminata ma conosciuta, subita dalla Siberia al Turkestan da migliaia di soldati caduti in prigionia. Per loro difficili ritorni, nuove famiglie, nuovi abbandoni.
E per chiudere, Odessa, raggiunta dopo la pace con la Russia e del cui porto fu a capo, per un periodo, un ufficiale del 97°. Odessa, il luogo della fine, del dissolvimento del reggimento che vide i suoi uomini dividersi, separarsi per gruppi linguistici. Alcuni vollero combattere ancora per difendere nuovi confini o sognando nuove conquiste. Altri intrapresero il lungo viaggio di ritorno che per tanti finì accanto a un binario. Altri ancora incredibilmente scelsero di tornare a piedi. Tornare dove? Più che un tornare fu un andare, un andare verso più di un nuovo paese, una nuova patria che li avrebbe accolti con sospetto e con nuovi campi di prigionia. Rieducazione, dicevano.
Circa 25.000 nostri corregionali prestarono il loro servizio di leva tra il 1883 e il 1913. Secondo le stime 60.000 furono mobilitati tra il 1914 ed il 1918. Non sappiamo nemmeno quanti non tornarono.
A tutti loro è dedicata questa mostra. La prima, dopo 140 anni.