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Qui è tutto finito, è tutto in rovina

Colleghi di ZRC SAZU ‒ Zgodovinski inštitut Milka Kosa (Centro di ricerca scientifica dellʼAccademia slovena delle scienze e delle arti ZRC SAZU – Istituto storico Milko Kos) assoc. prof. dott. Petra Svoljšak e il dott. Petra Kolenc nellʼambito del progetto Interreg WALKofPEACE, hanno preparato una mostra on-line in sloveno e in italiano con il titolo Tu je vse končano, vse je v razvalinah (Qui è tutto finito, è tutto in rovina), che parla della ricostruzione postbellica della Primorska (Litorale sloveno) e del ritorno dei profughi nella distrutta Primorska dopo la Prima guerra mondiale.

Dopo la Prima guerra mondiale lʼarchitetto e urbanista carsico Maks Fabiani (1865–1962) decise di tornare a Primorska allʼapice della sua carriera di professore a Vienna, proprio con lʼimpegno di ricostruire le aree distrutte di Posočje, o come lui stesso disse: “sentiva il dovere morale di restare” e aiutare a ricostruire i luoghi al confine occidentale di nazionalità slovena.

Con il ripristino dei luoghi lungo il fiume Soča (Isonzo), lʼurbanistica di Fabiani di Posočje (anche del Kras e della Valle del Vipava) ha acquisito la pianificazione regionale e la progettazione di singoli edifici (soprattutto pubblici) in unʼaccezione europea più ampia. I piani di insediamento furono completati il ​​30 ottobre 1922, quasi sei anni dopo la guerra.

Tra il 1917 e il 1922 Maks Fabiani produsse o gestì la produzione di piani normativi urbanistici, piani per la costruzione o ristrutturazione di singoli edifici pubblici, come scuole, edifici amministrativi, chiese (es. Šempeter pri Gorici (San Pietro)), cimiteri e altri strutture comunali, dove si svolge la vita pubblica nei centri minori. Per ogni luogo prevedeva lo sviluppo futuro e la sua funzionalità, che si traduceva principalmente in una rete stradale aggiornata, dove in alcuni luoghi le vie medievali si aprivano al traffico moderno dei nuovi secoli pensando alle tangenziali (es. Gorizia/Gorica, Opatje selo). Progettò nuove reti stradali e la futura crescita dellʼinsediamento sia nei luoghi più grandi (Tolmin, Gorizia/Gorica, Ajdovščina) che in quelli più piccoli (Miren (Merna)). Furono anche sistemati nuovi centri, piazze più piccole (Temnica) e più grandi, inclusi premurosamente viali, parchi (Gradisca d’Isonzo), a volte solo singoli alberi. Il grande progetto di ricostruzione postbellica della Primorska ha lasciato molti luoghi della con unʼimmagine che può essere percepita ancora oggi.

 

Testo e traduzione: ZRC SAZU, Zgodovinski inštitut Milka Kosa

 

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